L'Associazione chiude

Comunicato dell'ex Presidente


Napoli, 24 novembre 2014



Cari amici, soci ed ex soci,
con il malessere (innanzitutto psichico) ed il successivo decesso (avvenuto il 14 giugno 2014) di mio padre, segretario della "Bella Partenope", si sono da tempo interrotte le uscite del "bollettino" dell'Associazione, ed anche di conseguenza gli aggiornamenti su questo sito.
Chiariamoci, l'associazione è stata in agonia già da quando se ne andò mia madre il 6 ottobre 2008, ma proprio per rispettarne la memoria, io e mio padre abbiamo cercato di portarla avanti, tra mille difficoltà: soci che se ne andavano o che non rispondevano neanche nonostante avessero ricevuto, di fatto gratuitamente (quindi per noi in perdita), svariati numeri del giornalino prima che ci arrendessimo al che non avrebbero rinnovato le quote; il non avere più un posto in centro dove fare i salotti tra mille difficoltà (mai mi dimenticherò di quando, nonostante l'avessimo prenotato da ben tre settimane prima, un certo luogo, alla data prefissata, aveva organizzato un'altra serata e ci mandò via; o di quando una signora non nostra socia (ma comunque invitata), nonostante le avessi chiesto -non la accompagnavo io al piano- di non ripetere un brano perché già cantato pochi minuti prima da un altro socio, non solo ricantò lo stesso brano in questione, ma subito dopo l'esecuzione aggiunse pure la frase "Così si canta!", senza il minimo rispetto per chi l'aveva preceduta, né per il sottoscritto); la scelta della casa di Marcella per continuare i salotti proprio in base al fatto che molti dei soci... ormai da anni ex soci... vivevano ai Colli Aminei, e poi praticamente quasi nessuno di loro (parlo dell'inizio di quando scegliemmo di stare da Marcella, che comunque non mancherò mai di ringraziare per l'ospitalità che ci ha sempre concesso) è mai venuto a presenziare lì; per non parlare della beffa del ricevere il rimborso delle spese (poche decine di euro... quindi non certo grandi cifre) da un comune dopo oltre 6 anni (e nel frattempo il cambio di presidente) che avevamo fatto la manifestazione in quel comune e avevamo presentato (regolarmente fatturate) il resoconto delle spese. Anzi, l'aveva presentato mia madre, perché io all'epoca di quella manifestazione neanche mi occupavo dell'associazione, la ritenevo un vezzo dei miei genitori e basta, mentre io preferivo occuparmi di altro.
Dal 2008 al 2014 quindi io ho cercato in tutti i modi di continuare gli incontri poetico-musicali, che sono diventati via via sempre più "musicali" e sempre meno "poetici", ma non certo perché non invitassi i poeti agli incontri, semplicemente perché forse qualcuno ha pensato che essendo il mio campo lavorativo quello musicale, forse non amassi anche la poesia (personalmente ho SEMPRE dato spazio a chi mi faceva presente di voler declamare qualcosa). Altri per motivi di salute o perché nel frattempo sono deceduti. Altri ancora, per motivi che non saprò mai.
Per chiunque non abbia seguìto le attività "dal vivo", ho portato avanti comunque (esclusa la solita pausa estiva) i salotti a casa di Marcella ogni primo giovedì del mese, con una partecipazione di persone sempre minore ma l'ho fatto comunque, perché ho ritenuto che fosse giusto farlo per rispetto anche a chi aveva versato la quota associativa per l'attuale anno 2014.
Come ho già abbondantemente comunicato sia agli ultimi incontri sia a chi mi aveva contattato in privato, al momento mancano tutti i presupposti per proseguire le attività della "Bella Partenope". Innanzitutto, la mancanza del segretario ha fatto decadere anche la mia carica, così come quella del tesoriere: da statuto andrebbe eletto da zero un nuovo direttivo (presidente, segretario, tesoriere e responsabili delle singole aree). Anche se volessimo farlo, mancano persone che si sono offerte di fare quello che fa il segretario, cioè ciò che faceva mio padre e cioè la scrittura del giornalino. E' un impegno gravoso che richiede conoscenze e costanza e tanto tempo a disposizione, sono qualità che tutte insieme oggi assai raramente si possono trovare.
Per il modo con cui mio padre scriveva il giornalino (tanto per fare un esempio banale: le colonne singole che vedete a lavoro finito, non erano suddivise dal programma di scrittura, ma erano fatte tutte manualmente; e questo comporta enormi perdite di tempo) è di fatto impossibile utilizzare quella parte di lavoro che, comunque, tempo permettendo mi impegnerò a pubblicare, ovviamente soltanto su questo sito e non anche in forma cartacea. Allo stesso tempo mi manca quella cultura che inevitabilmente mio padre aveva. Qualcuno mi ha proposto di limitarmi a dei copia-incolla, ma se dovessi limitarmi a questo, non servirebbe il giornalino né l'associazione: tramite internet tutti siamo in grado di trovare le notizie che ci interessano.
Non essendo arrivate proposte e non avendo io intenzione né capacità né tantomeno il tempo materiale di fare quello che faceva mio padre, non c'è altra soluzione che chiudere l'associazione. Questo perché lo statuto prevede il bollettino, ed è ciò che giustifica, anche ai fini legali, il fatto che ci sia una quota di iscrizione, visto che, sempre da statuto, l'associazione non può essere a fine di lucro (quindi non posso farmi dare i soldi per le quote associative senza poi avere una spesa -dimostrabile- che utilizzi quei soldi per fare qualcosa di cui ciascuno dei sottoscrittori usufruisca). Cambiare lo statuto è possibile, ma non senza il direttivo completo, e in queste condizioni quindi non si può fare.
Rimarrebbe la possibilità di tenere aperta l'associazione senza alcuna quota associativa, o con quota talmente bassa (un euro?) da poter essere inclusa come spese di trasporto per raggiungere l'associato che paga oppure di gestione del conto corrente. Francamente trovo tale soluzione, anche propostami, ridicola e poco rispettosa del lavoro di 15 anni che mia madre e mio padre hanno riposto nella "Bella Partenope".
Allo stesso tempo, trasformarla, con elezioni "fittizie" (ci sono talmente pochi soci e le elezioni possono essere fatte solo di persona, quindi sono esclusi coloro che non potrebbero presenziare direttamente) e successivo cambio di statuto, in un'associazione lucrativa (chiedendo quote associative alte come altre associazioni culturali ben più famose della nostra, che chiedono non meno di 100 euro a persona per anno associativo), farebbe di fatto fuggire quei pochi ancora forse interessati, senza contare le possibili ripercussioni legali, che non ho nessuna intenzione di dover affrontare, essendo tra l'altro al momento la mia situazione economica personale ben sotto la soglia di povertà e potendomi permettere, per esempio e per farvi capire, un unico pasto (o primo o secondo, mai o quasi mai entrambi) al giorno.

Ma c'è un altro motivo più profondo che mi spinge ulteriormente ad abbandonare l'incarico.
Sapete che i miei interventi sul giornalino si sono ridotti allo stretto indispensabile sia perché ho ritenuto il giornalino una creatura di mio padre e trovavo giusto che vi intervenisse lui, sia perché le poche osservazioni che avevo da fare preferivo farle dal vivo, negli incontri che ho avuto con voi.
Molte volte, non è certo un mistero, non avevo neanche il tempo di leggerlo il giornalino, nonostante, specie all'inizio del mio incarico, i miei studi e la mia coscienza mi imponessero almeno di correggere eventuali errori di battitura, che onestamente possono capitare; il mio compito comunque il più delle volte si limitava a stampare la prima copia con la nostra stampante, da cui poi successivamente mio padre provvedeva ad andare a fare le fotocopie, oltre ovviamente a mettere online e mantenere questo sito e il canale youtube, nonché le altre attività "tecnologiche", come le registrazioni audio dei salotti che facevamo e in cui suonavo io, e la preparazione dei cd a chi ne facesse richiesta.

Tuttavia, vi confesso, non sono mai stato d'accordo con una certa modifica dagli scopi originari.
Chiedo scusa se devo aprire questa lunga polemica, ma concedetemelo visto che questo ormai già lungo è il mio ultimo comunicato, perché se proprio devo chiudere è giusto togliersi tutti i sassolini dalle proprie scarpe, prima che altri mi accusino ingiustamente di incoerenza o altro.
Premetto di nuovo che sul giornalino ho lasciato massima discrezionalità al segretario e massima libertà ai lettori proprio perché ritengo la libertà d'espressione uno dei fondamenti della democrazia, la mia idea però è che promuovere la cultura e la storia napoletana non significa affatto promuovere i neoborbonici, i movimenti culturali neoborbonici, i politici neoborbonici o "duosiciliani", i "partiti del sud", gli "insorgentisti", l'antitalianesimo, o peggio ancora le fandonie inventate da certi pseudomeridionalisti, mi riferisco in particolare al "caso" Fenestrelle (di cui pure si era parlato sul nostro giornalino) ed altre stupidaggini analoghe (alcuni di questi movimenti hanno addirittura usato fotografie in realtà risalenti al nazismo o a guerre ben più recenti, spacciando le persone presenti in tali foto come "prigionieri duosiciliani" e trovo francamente la cosa a dir poco vergognosa). Sicuramente, a differenza di chi ha diffuso per primo queste stupidaggini (perché di stupidaggini si tratta, com'è stato dimostrato dal magistrale lavoro archivistico e di documentazione storica svolto dall'esimio professor Alessandro Barbero), chi ha parlato di ciò sul nostro bollettino (compreso pure mio padre) era certamente in buona fede, ma allo stesso tempo, non era evidentemente a conoscenza delle fonti storiche che solo negli ultimi tempi (e mi riferisco appunto al libro di Barbero "I prigionieri dei Savoia", ed. Laterza, uscito solo nell'ottobre 2012) sono finalmente cominciate a venir fuori su certi argomenti dei revisionisti "meridionalisti" che, in quanto ad atteggiamenti, non trovo per nulla diversi dagli atteggiamenti -ridicoli- della Lega Nord con cui anzi, alcuni "meridionalisti" sono in perfetta sintonia sull'antitalianesimo, cosa che dovrebbe far accendere una lampadina ai più intelligenti, ma c'è chi evidentemente spegne il cervello pur di giustificare il delirio antitaliano.
E' da dire qui che la storia italiana tutta, Risorgimento compreso, è certamente piena di punti oscuri e su cui è non solo giusto ma doveroso fare luce, ed i Savoia, come i Borbone e tutti i regnanti in generale, non erano certo dei santi. Questo non significa certo però avallare tutta l'opera di mistificazione che i movimenti neoborbonici nel loro insieme hanno condotto e stanno tuttora conducendo (anche se va detto che ultimamente qualcuno, dopo la lunga e precisa analisi di Barbero, sta finalmente iniziando a ritrattare).
La nostra associazione nasce in Italia, è italiana ed è fiera di esserlo, così com'è fiera di essere napoletana, in particolare è fiera dei Patrioti della Repubblica Partenopea del 1799, vero esempio di democrazia, barbaramente fermata dai sanfedisti del cardinale Ruffo che hanno poi fatto imprigionare e giustiziare i nostri Patrioti dopo aver rimesso sul trono il re borbone. E scusate se lo dico ma avendo frequentato io per molti anni la "scola d''o Gesù" della canzone Lazzarella, vale a dire l'Istituto Magistrale (oggi diventato liceo socio-psico-pedagogico, ma quando lo frequentavo io ancora Istituto Magistrale) dedicato a Eleonora Pimentel Fonseca, mi sento ribollire il sangue quando da associazioni presunte "culturali" si parla bene dei sanfedisti o si parla male dei giacobini. Se essere repubblicano significa essere giacobino, allora viva i giacobini. A cominciare proprio da "Donna Leonora", come veniva chiamata.
E' vero che avrei potuto rispondere sul giornalino a chi ha scritto al riguardo (a partire proprio da mio padre), ma avrei innescato non un dibattito, ma una vera e propria voragine di polemiche.
Voragine di polemiche che magari avrebbe finito per sfociare su toni calcistici (e non ne saremmo più usciti), perché io, in quanto napoletano fiero di tifare per la società Juventus (nota squadra di calcio del Nord, anzi, di Torino, città d'origine degli "odiati" Savoia) allora "non sarei degno di essere napoletano o di avere un'associazione sulla cultura napoletana" (perché anche questo mi è stato detto, e questo è il meno, fino a vere e proprie minacce di morte, che ho ovviamente denunciato: ma purtroppo con un nulla di fatto dal punto di vista giudiziario, perché tanto a quanto pare il tifoso del Napoli che minaccia, lancia oggetti contundenti ed escrementi (e poi si lamenta se lo insultano...), e devasta lo stadio di chi tifa altro "fa folclore", mentre il tifoso di altre squadre che offende chi tifa per il Napoli "è razzista" anche se parla del tifoso o della squadra -visto che il tifoso del Napoli vuole farsi chiamare "napoletano" pur non avendone titolo e anzi offendendo i veri napoletani- e non dell'abitante o della città, e solo lui viene condannato o le curve vengono chiuse) secondo la visione malata di chi invece preferisce sentirsi "napoletano" tifando per una società con un presidente romano, giocatori slovacchi, argentini, svizzeri, un allenatore spagnolo, una sede a Castelvolturno in provincia di Caserta (non certo a Napoli) e le cui commistioni con la criminalità organizzata napoletana l'hanno permeata fin dai tempi "gloriosi" dei due scudetti (le foto di Maradona coi Giuliano non sono certo dei fotomontaggi, così come il fatto che il famigerato capo ultras "Genny 'a carogna" sia figlio di un camorrista del clan Misso; e questi sono fatti, riportati su tutti i giornali, non sono certo mie invenzioni). Francamente sono stufo di essere "non napoletano" per colpa di questi atteggiamenti. Trovo molto più "napoletano" uno di Napoli che tifa Juventus, Milan o Inter di chi preferisce tapparsi gli occhi e le orecchie e tifare per una società e mescolarsi ad una tifoseria che non solo non rappresentano affatto la città di Napoli, ma fanno di tutto per infangarne il nome.
Così come, allo stesso tempo, non ho apprezzato certe opere poetiche a cui pure il nostro giornalino ha dato spazio in questi anni, e parlo di opere che oserei definire "integraliste". Mi sto riferendo a chi, sia pure in versi o con toni velati o scherzosi, non si è limitato ad esaltare la famiglia tradizionale composta da uomo e donna sposati secondo il rito della Chiesa Cattolica (cosa che, seppur non da me condivisibile, ancora potrebbe essere passabile), ma ha anche denigrato (ripeto, anche se con toni velati, altrimenti probabilmente neanche mio padre gliel'avrebbe pubblicata) le altre possibili situazioni differenti dalla sua visione delle cose. Sinceramente trovo ciò del tutto inaccettabile, e lo troverei tale certamente anche se questa situazione non mi riguardasse direttamente (come chiunque mi segue su internet sa benissimo fin dal 2004 e ora che i miei genitori sono morti non ho più motivo per cui non dovrei dirlo anche qui, visto che io non me ne vergogno di certo, come mia madre avrebbe voluto farmi tenere nascosto ed invece il cui parere al riguardo, tanto bigotto quanto ingiustificato persino nei confronti della felicità del proprio figlio, mai ho appoggiato e mai appoggerò; ovviamente chi vuole non dirlo è libero di non dirlo, così come chi vuole dirlo è libero di decidere a chi ed in che forma dirlo: e nessuno può rompere questo suo diritto, che deve rimanere una sua scelta personale). Anche qui, suppongo che il fatto poi che il mio ragazzo sia del Nord mi renderebbe non solo un "ricchione di merda" ma pure un "filopolentone che rinnega la propria terra"...

Questo è il mio sassolino (... o macigno: non a caso, in rete, mi faccio chiamare "Massi cadenti"), che avevo e dovevo dire perché sono davvero stufo delle discriminazioni che da troppo tempo subisco, per non parlare dell'altra storia, quella delle minacce di morte ("Per te ho pronta una doppietta da scaricarti nel culo") ricevute da proprietari di videoteche (vedere sezione "I CD" per altri dettagli su quest'ultima vicenda) o delle continue telefonate anonime ricevute sul mio numero personale da parte di soggetti non meglio identificati e che sono soltanto un altro piccolo motivo (e nemmeno troppo piccolo, ma comunque non il principale, perché i principali li ho spiegati prima) che mi porta a decidere di chiudere l'associazione con tutto ciò che ne consegue (compreso richiederne la cancellazione all'elenco delle associazioni al Comune di Napoli, visto che non potrò presentare progetti per l'anno 2015).

Come ho detto all'inizio di questo mio lungo e probabilmente odioso comunicato, porterò avanti il mio compito di organizzare i salotti da Marcella il primo giovedì del mese, fino al primo giovedì di dicembre 2014, vale a dire giovedì 4 dicembre. Passata anche questa data, l'associazione si potrà considerare chiusa. Il sito continuerà ad esistere (finché le finanze mi permetteranno di mantenerlo), perché ci sono dentro 15 anni di lavoro ed è giusto che di tutto questo ne rimanga un archivio, sia di ciò che mi fa piacere (la maggior parte) sia di ciò che mi piace meno (qualcosina).

Chiudo facendo presente che la mia attività personale non si ferma di certo, ma che il mio campo artistico è diverso da quello di mia madre e da quello di mio padre. Anche questo ha portato a quello di cui qualche socio "letterario" si è lamentato, ma la mia forma d'arte principale è la musica, lo feci presente da subito quando accettai l'incarico.



L'ormai ex presidente della tra poco ex A.C.A.S. Bella Partenope
Massimo Piscopo


PS Non ho paura di niente e di nessuno e dedico un bel pernacchio "Eduardiano" a chi mi vuole male, a chi non approva ciò che dico e a chi ha voluto il male di me, della mia famiglia o anche della "Bella Partenope".

PPS Questo comunicato sarà l'ultimo ed esprime in maniera netta e chiara tutto il mio pensiero. Per tale motivo non avranno senso dibattiti, richieste di chiarimenti, richieste di contraddittorio, richieste di risposte pubbliche o private su questo comunicato o su ciascuna delle sue parti. Mi sembra di essere stato sufficientemente chiaro: se qualcuno non è d'accordo è liberissimo di esserlo, ne tragga per sé le conclusioni e le conseguenze, a me non interessa conoscerle.